Il profilo del DNA di Joe Bevilacqua inviato alle autorità USA

Novembre 2023. Per indagini difensive, ho trasmesso il profilo del DNA di Joe Bevilacqua (1935 – 2022) alle autorità statunitensi che investigano sul caso Zodiac e su altri possibili crimini. L’ho inviato anche all’ufficio dell’FBI in Italia.

Il DNA dell’ex direttore del Cimitero Americano di Firenze e testimone del caso Pacciani non era stato mai confrontato prima con i campioni raccolti nelle indagini sul serial killer “californiano” né inserito per un controllo nel vasto database dell’FBI.

Nel novembre 2023, ho ottenuto una copia del profilo genetico di Bevilacqua su autorizzazione del pm Marini per difendermi nel processo per diffamazione a Firenze scaturito da una querela dell’italo-americano.

È stato il PM Marini che, con l’assistenza degli agenti Carlo Brandini, Nicola Leonardi e colleghi della polizia giudiziaria della Procura senese, aveva acquisito il DNA dell’italo-americano nel 2020, nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Alessandra Vanni (esito del confronto negativo).

Il profilo era stato inserito nel database del Ministero dell’Interno e condiviso con la Procura di Firenze. Non c’erano tracce del DNA attribuibili al serial killer con certezza nei delitti fiorentini, e anche in questo caso il confronto aveva avuto esito negativo.

Sin dal 2020, ho avvertito i detective americani incaricati del caso Zodiac della disponibilità del profilo del DNA di Bevilacqua, ma alla fine ho dovuto trasmetterlo io tre anni dopo.
Infatti, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco, che nel 2021 ha ottenuto l’archiviazione dell’indagine su Bevilacqua scaturita da una mia denuncia del 2018, ha rigettato la richiesta di trasmettere il suo profilo alle autorità statunitensi per un controllo avanzata dai miei difensori il 1 marzo 2022.

Nove mesi dopo, Bevilacqua è deceduto per cause naturali all’età di 87 anni.

Il ROS di Firenze non era stato in grado di prelevare il DNA di Bevilacqua nel 2018 per la decisione di sentirlo come persona informata sui fatti a casa sua insieme ad alcuni parenti, invece che in caserma, riferisce il comandante Giuseppe Colizzi (immagine successiva). L’inserimento nel database del DNA delle forze dell’ordine italiane su iniziativa della Procura senese nel 2020 ha consentito di colmare la lacuna lasciata dagli inquirenti fiorentini.


Antefatti

Dopo una mia denuncia del 2018 e la pubblicazione dei primi articoli dell’inchiesta sulla connessione fra il serial killer “californiano” e il Mostro di Firenze, l’ex direttore del Cimitero Americano di Firenze e testimone del caso Pacciani (deceduto il 23 dicembre 2022), mi aveva accusato di averlo diffamato attribuendogli i crimini dei due serial killer.

Prima segnalazione sull’acquisizione del DNA di Bevilacqua alle forze dell’ordine statunitensi nel 2020


Nelle sommarie informazioni rese ai Carabinieri di Lecco e al ROS di Firenze il 1 marzo e il 19 giugno 2018, ho dichiarato che a seguito di alcuni colloqui nel 2017 Bevilacqua aveva ammesso in una telefonata non registrata la sua colpevolezza per i crimini del Mostro e di Zodiac.

Bevilacqua ha in seguito negato l’ammissione.

Da un’analisi delle celle effettuata dai Carabinieri del ROS di Firenze nel 2018, sono stati riscontrati sette incontri fra me e l’allora 81enne italo-americano, risalenti al periodo 26 maggio – 10 agosto 2017.
I tabulati depositati dai Carabinieri nel 2023 e una consulenza di parte hanno messo in luce che la telefonata a cui ho fatto risalire l’ammissione, “sfuggita” agli inquirenti fiorentini, è intercorsa il 12 settembre 2017.

Bevilacqua è morto il 23 dicembre 2022, a circa un anno dall’archiviazione dell’indagine per gli omicidi del Mostro da parte del GIP Gianluca Mancuso (atti a questo link).
In violazione del codice di procedura penale, le parti offese non hanno ricevuto notifiche della richiesta di archiviazione del PM Turco, e non è stato loro possibile opporsi e chiedere un approfondimento investigativo.

“Joe” era un sergente pluridecorato dell’esercito statunitense in congedo e un ex funzionario dell’ABMC (post biografico a questo link).
Prima dell’ammissione, durante i colloqui, mi aveva confidato di essere stato in California nel ’69 e nel ’70, massimo periodo di attività di Zodiac, lavorando come detective sotto copertura dell’Army CID, e di avere partecipato all’inchiesta sulla “Khaki Mafia” (uno dei capitoli di questo post).

Dopo la pubblicazione dei miei primi articoli nel maggio 2018 su tempi.it e Il Giornale, l’inchiesta Zodiac-Mostro è proseguita soprattutto qui sul mio blog. Nel frattempo, sia le autorità italiane sia quelle statunitesi sono state costantemente aggiornate.

In basso, lo stralcio di un rapporto dei reparti CID relativo a una delle indagini sulla “Khaki Mafia” svoltesi a San Francisco all’epoca dei crimini di Zodiac, ripetutamente segnalate alle autorità statunitensi e alla Procura di Firenze.

Anche se gli incarichi sotto copertura non vengono citati nei trascorsi ufficiali pubblici di Bevilacqua, così come il suo nome non compare nei rapporti sulla Khaki Mafia, la polizia americana potrebbe determinare se abbia partecipato alle indagini sentendo i suoi colleghi del CID dell’epoca ancora in vita.